giro d'italia

Am 9. Mai erfolgt der Start des «Giro d’Italia», die Italienrundfahrt. Es ist eines der ältesten und wohl bekanntesten Fahrradrennen der Welt. Mit dem Rennen wuchs Hand in Hand auch die wohl bedeutendste Sportzeitung Italiens, die «Gazzetta dello Sport». Wem der Name nichts sagt, wird spätestens beim Beschrieb der charakteristischen rosaroten Zeitung ein Aha-Erlebnis haben. Die Zeitung wurde ursprünglich gedruckt, um vom Radrennen zu berichten, und es ist nach wie vor kein Zufall, dass der führende Fahrradfahrer jeweils ein rosarotes Trikot, die «maglia rosa» trägt. So haben Radrennen in Italien grosse Tradition und die ironischerweise mehrheitlich Autofahrende-Bevölkerung liebt diese Disziplin (wenn sie von anderen ausgeführt wird). Die «Gazzetta dello Sport» hat sich in den Jahren verändert, und so wird heute mehrheitlich über Fussball berichtet. Früher kaufte mein Vater diese täglich am kleinen Kiosk am Bahnhof in Biglen und brachte so abends immer ein kleines Stück Italien mit nach Hause. Die Zeitung wurde zu grossen Teilen auf dem WC gelesen, das Phänomen der WC-Leser will ich jetzt allerdings nicht vertiefen. Nachdem allerdings viele italienische Auswanderer Biglen wieder in Richtung Heimat verliessen, sank die Nachfrage nach der Zeitung und so war sie am Kiosk dort nicht mehr erhältlich. Seither vergnügt sich mein Vater nur noch bei Aufenthalten in Italien an der rosa Zeitung. Der «Giro d’Italia» ist jeweils sehr medienpräsent, und so flimmerten die Bilder des Radrennens natürlich auch über unseren TV-Bildschirm. Ich war eher fasziniert von den Landschaften und Orte, die gezeigt wurden und es war wirklich eine Gelegenheit das Land etwas kennen zu lernen. Der Funken für den Radsport hingegen, sprang nicht richtig über. Auch die teils legendär gewordenen und von der «Gazzetta dello Sport» als heldenhaft gefeierten Etappen-Siege von Marco Pantani beeindruckten mich als Kind wenig. Am meisten identifizierte ich mich mit dem Spanier Miguel Indurain, einfach des Namens wegen. Er hiess gleich wie ich, einfach auf Spanisch, das reichte als Kind aus um ein Mini-Fan zu werden. Miguel – ein Name, der mich noch heute oft beschäftigt, denn oft werde ich so genannt. Scheinbar ist der Name Miguel in unseren Breitengraden geläufiger als der von italienischen Namensvettern. Ich nehme es sportlich und nehme euch so auf dem Fahrrad mit auf einen «Giro d’Italia», und hoffe euch an den Etappenzielen mit gutem Essen belohnen zu können.

 

Il 9 maggio inizia il Giro d'Italia. È una delle gare ciclistiche più antiche e probabilmente più famose al mondo. Il giornale sportivo più importante d'Italia, la "Gazzetta dello Sport", è cresciuto insieme alla corsa. Chi non conosce il nome del giornale, lo riconoscerà comunque dopo la descrizione del caratteristico colore rosa. Il giornale è stato originariamente stampato per raccontare le gare di ciclismo, e non è una coincidenza che il ciclista leader della gara indossi sempre una "maglia rosa". Le gare ciclistiche hanno una lunga tradizione in Italia e, ironia della sorte, la maggior parte della popolazione è costituita da automobilisti che comunque amano questa disciplina (se è praticata da altri). La "Gazzetta dello Sport" è cambiata nel corso degli anni e oggi si occupa principalmente di calcio. Mio padre la comprava ogni giorno nella piccolo chiosco della stazione ferroviaria di Biglen, così la sera tornava sempre a casa con un pezzetto d'Italia. La maggior parte del giornale è la leggeva in toilette, ma non voglio approfondire il fenomeno dei lettori in toilette. Tuttavia, dopo che molti emigranti italiani hanno lasciato Biglen per tornare nella loro patria, la domanda del giornale è diminuita e così non era più disponibile al chiosco. Da allora, mio padre continua ad apprezzare il giornale rosa solo quando si trovava in Italia. Il 'Giro d'Italia' è sempre stato molto seguito dai media, quindi le immagini della gara ciclistica sfogliavano naturalmente il nostro schermo televisivo. Io ero piuttosto affascinato dai paesaggi e dai luoghi che venivano mostrati ed era davvero un'opportunità per conoscere il Paese. La scintilla per il ciclismo, invece, non si è accesa. Anche le vittorie di tappa di Marco Pantani, alcune delle quali sono diventate leggendarie e sono state celebrate come eroiche dalla "Gazzetta dello Sport", non mi impressionavano molto da bambino. Invece mi identificavo soprattutto con lo spagnolo Miguel Hindurain, semplicemente per il suo nome. Aveva il mio stesso nome, solo in spagnolo, il che è stato sufficiente per farmi diventare un mini-fan da bambino. Miguel - un nome che mi accompagna ancora oggi, perché vengo spesso chiamato così. A quanto pare, il nome Miguel è più comune nella nostra parte del mondo rispetto agli omonimi italiani. Prendo la cosa con spirito sportivo e così vi porto con me a fare un "Giro d'Italia" in bicicletta, sperando di potervi ricompensare con del buon cibo al termine delle tappe.


frittole calabresi

Die Erste Etappe führt uns nach Kalabrien. Das schönste Titelbild für die „Frittole“ wäre eines von der Zubereitung gewesen. In der Regel im Winter werden in Kalabrien die Schweine geschlachtet. Dabei geht es nicht um eine Massenschlachtung, nein – viele Familien besitzen irgendwo noch ein Stück Land, einen Garten oder eine Plantage. Dort ziehen sie das Jahr hindurch ein, manchmal vielleicht zwei Schweine auf. An einem Tag im Winter kommt dann die Familie oder manchmal auch Freunde zusammen und „machen das Schwein“ (kalabrisch: „fannu u porcu“). Das heisst, das Schwein wird geschlachtet, und danach zerteilt. Und Achtung: Vom Schwein wird, bis auf die Knochen, alles verwendet! So werden die Edelteile bei Seite gelegt und eingefroren, es wird gewurstet, es werden Aufschnitte vorbereitet und manchmal gar Blutwürste gekocht. Der Rest, der nirgends einen Platz gefunden hat, kommt in die „Caddara“ eine grosse – ich meine richtig grosse – Pfanne und wird stundenlang über dem offenen Feuer im eigenen geschmolzenen Fett, vielleicht einige Kräuter und Salz gekocht. Dabei werden Innereien, Ohren, Teile des Kopfes, der Füsse und die Schwarte gekocht. Es hat etwas brachiales, urtümliches, sehr traditionelles und fast romantisches an sich. Ich werde das Bild meiner Urgrossmutter welche, gekleidet mit dem traditionellen Homedress aller süditalienischen Nonnas (in der Regel ein fein gemustertes, farbiges, luftiges Kleid) mit Gummistiefel und einem Tuch um den Kopf, Stundenlang mit einem grossen Holzlöffel in der Hand in der riesigen Pfanne rührte. Dabei vergeht das Fett und das Fleisch kocht stundenlang darin, bis es wahnsinnig weich ist und beim Essen schlussendlich auf der Zunge zu vergehen scheint. Einige Teile aus der „Caddara“ werden dann sofort warm, in der Regel mit Brot, gegessen. Die Schwarte, wird zusammen mit dem Sud in Gläser eingemacht, das sind dann eben die heute vorgestellten „Frittole“. Wenn sich die Gläser abkühlen, dickt das Fett des Sudes ein, und so werden diese Häute konserviert und dienen noch über Monate hinweg als leckere Einlage für Eintöpfe oder andere Gerichte. Wir vereinfachen das ganze etwas und werden nur die Schwarte einkochen.

 

La prima tappa ci porta in Calabria. La migliore immagine di copertina per le “Frittole” sarebbe stata un'immagine della famiglia raggruppata intorno alla “Caddara”. In Calabria i maiali vengono solitamente macellati in inverno. Non si tratta di una macellazione di massa, no: molte famiglie possiedono ancora un pezzo di terra, in campagna. Lì allevano uno o a volte due maiali durante tutto l'anno. Un giorno d'inverno, la famiglia o talvolta gli amici si riuniscono e “fanno il maiale” (in calabrese: “fannu u porcu”). Ciò significa che il maiale viene macellato e subito elaborato. E attenzione: si usa tutto del maiale, tranne le ossa! Le parti pregiate vengono messe da parte e congelate, si fanno salsicce, si preparano salumi e a volte si cucinano anche sanguinacci. Il resto, che non ha trovato posto da nessuna parte, va a finire nella “Caddara”, un pentolone grande, anzi grandissimo, e viene cotto per ore sul fuoco aperto nel proprio grasso, magari qualche erba e del sale. Vengono cucinate le frattaglie, le orecchie, le parti della testa, i piedi e la cotenna del maiale. C'è qualcosa di puro, di primordiale, di molto tradizionale e quasi romanico in tutto questo. Non dimenticherò mai l'immagine della mia bisnonna, vestita con il tradizionale abito da casa di tutte le nonne del Sud Italia (di solito un abito arioso, colorato e finemente modellato) con stivali di gomma e un fazzoletto intorno alla testa, che mescola per ore nell'enorme pentolone con un grosso cucchiaio di legno in mano. Il grasso si scioglie e la carne vi cuoce per ore fino a diventare incredibilmente morbida e sembra sciogliersi in bocca al momento di mangiarla. Alcune parti della “caddara” vengono poi mangiate subito calde, di solito con il pane. La cotenna, insieme al suo liquido, viene conservata in barattoli, che diventano le “frittole” presentate oggi. Quando i barattoli si raffreddano, il grasso del liquido si addensa e le cotenne si conservano e possono essere utilizzate per mesi come gustosa aggiunta a stufati o altre pietanze. Oggi semplifichiamo un po' il tutto e andremo a bollire solamente la cotenna.

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pastiera napoletana

Das zweite Etappenziel ist Neapel. Traditionell wird dort zu Ostern dieser Kuchen, die „Pastiera Napoletana“ gebacken. Von einer Bekannten Neapolitanerin bekamen meine Eltern jedes Jahr zu Ostern ein selbstgebackenes Exemplar, quasi als Ostergeschenk. Seit einiger Zeit ist die gute alte Frau jedoch im Altersheim, und so begann meine Mutter mit meiner Tante die Tradition weiter zu führen und sie backen den Kuchen nun. Seither mögen den Kuchen tatsächlich auch alle, denn der Kuchen von der alten Neapolitanerin hatte einen Hacken. Die gute Frau kann nicht lesen! So bereitete sie die „Pastiera Napoletana“ nach Gutdünken zu. Dies kommt oft gut – bei diesem Kuchen ist dies jedoch sehr tückisch. Vor allem das Orangenblütenwasser ist eine sehr starke Zutat die schnell überwiegt und den Kuchen nach Parfüm riechen lässt. Die neapolitanische Bekannte meinte es jedoch sehr gut mit dem Orangenblütenwasser und der Geruch war so stark, dass er schon fast den Brechreiz auslöste. Mein Onkel meinte jeweils, dass der Kuchen riecht, als hätte jemand eine Flasche „Calabrisella“ hineingekippt. „Calabrisella“ ist ein Kölsch Wasser, ein Destillat aus Blumen verschiedener Zitruspflanzen. Es versteht sich von selbst, dass es nicht als Kompliment gemeint war, dass der Kuchen danach roch. Hält man sich an das Rezept, so ist der Kuchen jedoch deliziös und bringt sogar Verschmäher von Süssspeisen ins Schwärmen.

 

La seconda tappa è Napoli. Qui per tradizione a Pasqua si prepara questa torta, la Pastiera Napoletana. Ogni anno, a Pasqua, i miei genitori ne ricevevano una sua versione casalinga da un'amica napoletana come regalo pasquale. Da qualche tempo, però, la cara vecchietta si trova in una casa di riposo, così mia madre e mia zia hanno iniziato a portare avanti la tradizione e ora la preparano loro la pastiera. Da allora, la torta piace veramente a tutti, perché la pastiera dell'anziana napoletana aveva un inconveniente. La brava donna non sa leggere! Quindi preparava la Pastiera Napoletana a sentimento. Per altre ricette questa procedura funzionava abbastanza bene, ma per questa torta diventa molto complicata. L'acqua di fiori d'arancio, in particolare, è un ingrediente molto forte che prende rapidamente il sopravvento e rende la torta simile a un profumo. Poi, l'anziana napoletana ne aggiungeva un bel po’ di acqua di fiori d'arancio e l'odore era così forte che quasi faceva venire la nausea. Mio zio mi faceva ridere dicendo sempre che la torta aveva l'odore di una bottiglia di “Calabrisella”. La “Calabrisella” è un'acqua di Cologna, un distillato ricavato dai fiori di varie piante di agrumi. Va da sé che non era un complimento il fatto che la torta ne aveva quell’odore. Se ci si attiene alla ricetta, però, la torta è deliziosa e manderà in estasi anche chi non ama i dolci.

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bombette pugliesi

Die dritte Etappe führt uns nach Apulien. Eine Region, die wir erst vor wenigen Jahren kennen und schätzen gelernt haben. Eine sonnige Region mit unzähligen schmucken kleinen Städtchen, mit sehr viel schönem Meer, bis zu einem guten Grad touristisch und stets authentisch. Alles wird in Apulien zudem immer und überall von gutem Essen begleitet, zu unserem Erstaunen sogar in Touristen Hotspots wie beispielsweise Alberobello. Genau dort ass ich diese „Bombette„ zum ersten Mal abends, nach unserer Ankunft im hoteleigenen Restaurant nur etwa fünf Gehminuten vom charakteristischen historischen Stadtzentrum entfernt. Warum das Gericht diesen unrühmlichen Namen trägt, wird schnell klar, wenn man reinbeisst. Die „Bombette“ sind eine echte Geschmacksexplosion und müsste ich ein Adjektiv verwenden, um diese zu beschreiben, dann würde ich sagen, sie sind bombastisch! Was war das damals für ein super Ferieneinstieg – wir werden bestimmt bald zurückkehren.

 

La terza tappa ci porta in Puglia. Una regione che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare solo da pochi anni. Una regione solare con innumerevoli cittadine graziose, con tanto bel mare, turistica al punto giusto e sempre autentica. Tutto in Puglia è sempre e ovunque accompagnato da buon cibo, con nostro grande stupore anche in località molto turistiche come Alberobello. È lì che ho mangiato per la prima volta queste “bombette”, la sera, dopo il nostro arrivo nel ristorante dell'hotel a cinque minuti a piedi dal caratteristico centro storico. Il motivo per cui il piatto porta questo nome inglorioso diventa subito chiaro quando si provano. Le “bombette” sono una vera e propria esplosione di sapore e se dovessi usare un aggettivo per descriverle, direi che sono “bombastiche”! Che grande inizio di vacanza allora - torneremo sicuramente presto.

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spargel frittata - frittata di asparagi

Für die vierte und letzte Etappe denkt Ihr euch an euren italienischen Lieblingsplatz. Denn in ganz Italien sind die Frittate sehr beliebt. Häufig finden sie als zweiter Gang Verwendung oder sind als Happen Teil einer Vorspeise. Die Varianten sind schier unbegrenzt, so werden diese Frittate auch bei Sportlern derzeit als abwechslungsreiche Proteinquelle gefeiert – perfekt für unseren «Giro d’Italia». In dieser Saison ist es fast unumgänglich, auf den Menükarten den Spargeln zu begegnen. Deshalb vereinen wir beide Tatsachen und essen zusammen eine leichte, erfrischende, geschmacksvolle, vegetarische, gesunde, Frühlingsfrittata mit grünem Spargel. Eier und Spargeln sind eine unschlagbare Kombination. In Kalabrien wird das Gericht oftmals mit wildem Spargel zubereitet, dieser hat einen sehr eigenen bitteren starken Geschmack. Wilder Spargel wächst in Kalabrien an Wegrändern im Wald. Meine Verwandten sammelten die wilden zarten grünen Stangen im Frühling und machten diese auch in Gläser ein. So blieben die «Ruscula» wie der wilde Spargel umgangssprachlich heisst, noch lange haltbar.

 

Per la quarta e ultima tappa, vi pensate al vostro luogo italiano preferito. Perché le frittate sono molto popolari in tutta Italia. Spesso vengono servite come secondo piatto o come parte di un antipasto. Le varianti sono quasi infinite, quindi queste frittate sono attualmente celebrate anche da sportivi come fonte versatile di proteine perfette per il nostro 'Giro d'Italia'. Poi in questa stagione, è quasi inevitabile trovare gli asparagi nei menu. Ecco perché combiniamo le due cose e mangiamo una frittata primaverile leggera, rinfrescante, saporita, vegetariana e sana con gli asparagi verdi. Uova e asparagi sono una combinazione perfetta. In Calabria, questo piatto viene spesso preparato anche con asparagi selvatici, che hanno un sapore forte e amaro. In Calabria, gli asparagi sel vatici crescono lungo i bordi delle strade, nei boschi. La mia famiglia raccoglieva gli asparagi selvatici verdi e teneri in primavera e li conservava in barattoli. In questo modo, i “ruscula”, come vengono chiamati in dialetto calabrese gli asparagi selvatici, si conservavano a lungo.

 

Per la quarta e ultima tappa, vi pensate al vostro luogo italiano preferito. E finalmente mangiamo la pasta! Il denominatore comune della cucina italiana, che è incredibilmente varia, è la pasta - e non si può andare in Italia senza mangiare la pasta. Poi in questa stagione, è quasi inevitabile trovare gli asparagi nei menu. Ecco perché combiniamo le due cose e mangiamo una pasta primaverile leggera, rinfrescante, saporita, vegetariana e sana con gli asparagi verdi. In Calabria, questo piatto viene spesso preparato anche con asparagi selvatici, che hanno un sapore forte e amaro. In Calabria, gli asparagi selvatici crescono lungo i bordi delle strade, nei boschi. La mia famiglia raccoglieva gli asparagi selvatici verdi e teneri in primavera e li conservava in barattoli. In questo modo, i “ruscula”, come vengono chiamati in dialetto calabrese gli asparagi selvatici, si conservavano a lungo.

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